Che cos’è tapster? Si tratta di una tecnologia indossabile che vedremo presto utilizzata da molti clienti bancari.
Man mano che la tecnologia evolve, altrettanto muta il mondo bancario. Lontano dall’essere lento e statico, anche l’universo delle banche e delle assicurazioni si è da tempo digitalizzato, con un unico, grande, imperativo di fondo: facilitare i pagamenti, velocizzarli quanto più possibile.
La nuova frontiera dei pagamenti online viene ad esempio offerta da un oggetto di Intesa Sanpaolo, il cosiddetto ‘Tapster‘. L’idea è di non dover nemmeno estrarre la carta di credito, ma di pagare direttamente con un anello ‘smart’, avvicinandolo al pos. La lista dei pagamenti rimane consultabile, in ogni momento dalla propria app bancaria.
Si tratta di un prodotto indossabile – il nuovo grido nell’ambito tecnologico, il ‘mantra’ più diffuso – ed è stato nominato, secondo una ricerca Circa,a prodotto dell’anno da 12mila consumatori. Ma di che cosa si tratta, al nocciolo?
Il tapster essenzialmente è un anello, piuttosto grosso, di ceramica o legno. E’ disponibile con diversi colori, anche se predomina il bianco o il grigio. E’ costruito, va da sé, per essere ipoallergenico e per resistere efficacemente al calore, ai graffi e alle immersioni nell’acqua. Non richiede di ricaricare la batteria, né una connessione internet stabile.
Come funziona tapster, l’anello per i pagamenti delle banche
Il tapster viene associato alla carta di proprio possesso; successivamente basta avvicinare l’anello in questione al pos per pagare. Dopo aver collegato la carta al tapster, risulta realizzato un identificativo virtuale per la carta. Si tratta di un’associazione unica, propria solo per quell’utilizzatore. Non ne esistono altri.
In generale chi utilizza il tapster si considera una persona all’avanguardia; un po’ hipster, un po’ nerd. Pagare con simili modalità, al di fuori di enclavi tecnologiche come la Milano alto borghese, è alquanto raro e con ogni probabilità susciterà commenti e perplessità, a partire dagli stessi commessi incaricati.
Sotto il profilo della sicurezza rimane comunque il PIN per gli importi di una certa grandezza; pertanto il rischio di avere prelievi involontari è alquanto basso, anche se considerando quante siano ormai le tecnologie contactless nei negozi e sui trasporti pubblici occorre fare un po’ d’attenzione. Nel caso di Intesa Sanpaolo la soglia è fino ai 50 euro; vi è anche un importo cumulativo di 150 euro, oltre il quale si chiede nuovamente di digitare il PIN, onde evitare un numero eccessivo di bassi prelievi.