Quali saranno le conseguenze tra i professionisti italiani per la rivoluzione dell’intelligenza artificiale? Difficile stimarlo, ma è possibile azzardare qualche numero.
Nonostante un malcontento in crescita tra i liberi professionisti attivi nelle arti umanistiche e tra la popolazione nel suo complesso, le aziende adoperano con una sempre maggiore generosità strumenti di intelligenza artificiale, mirando qual è consuetudine dell’economia odierna a ‘tagliare’ i costi, ad alleggerire quanto più il numero di dipendenti necessario. Se un tempo un’azienda assumeva tre persone, oggigiorno ne assume una; e con la scusante dell’intelligenza artificiale richieda che faccia il lavoro delle tre precedenti. Nel privato è qualcosa che, con grande stress dei dipendenti, sta già succedendo.
Giungono pertanto i primi dati della rivoluzione Made in IA, le prime conseguenze di questo ‘brave, new world‘. Secondo infatti il Forum Pa 2024 tenutosi a Roma 218mila dipendenti pubblici rischiano di perdere il lavoro a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale.
Numeri raggelanti, specie per un’economia che fatica, che è notoriamente povera quale quella italiana; ben il 12% potrebbe essere rimpiazzato dall’intelligenza artificiale. Si tratta di lavori definiti quali ripetitivi e come tali eseguibili anche dalle macchine, in parte automatizzabili.
L’indagine però non si ferma a questi dati, cerca di approfondire l’impatto dell’IA nel suo complesso. I numeri appaiono nell’insieme preoccupanti e non sono state poche le proteste di chi teme, dietro la scusante dell’intelligenza artificiale, l’ennesimo taglio alle risorse pubbliche e agli apparati burocratici.
Scendendo nel dettaglio vi saranno alcune categorie apicali per i quali l’intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi utile. Professori, avvocati, architetti, ingegneri, assistenti amministrativi e ‘tecnici’ in generale. L’IA potrebbe, in queste circostanze, velocizzare il lavoro, ‘tagliare’ i tempi morti. Si tratta di professionisti d’altronde che, nella pubblica amministrazione, sono già piuttosto rari; non erano ‘minacciati’ in alcun caso.
Però è difficile comprendere, per chi svolge compiti complessi, l’impatto reale di queste misure. Potrebbero rivelarsi devastanti, così come non avere in realtà grande effetto sulla vita di ogni giorno. E’ davvero difficile formulare una stima precisa, chiara su quanto avverrà.
Il presidente di Fpa, a propria volta, ha raccomandato che l’intelligenza artificiale incentivi nuove competenze basate sulla flessibilità, la creatività e il pensiero laterale. Competenze proprie delle start up e delle aziende tech, ma poco diffuse nell’ambito burocratico italiano. Occorrerà vedere se una simile transizione sarà davvero possibile.
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