La tecnologia continua a conoscere nuove, fondamentali, evoluzioni anche per un ambiente insospettabile, cioè le mostre. Scopriamo insieme l’ultimo esempio di questo genere di applicazioni.
Londra è tradizionalmente una delle grandi città museali al mondo. La Torre di Londra, il British Museum, Buckingham Palace… Gli esempi si sprecano. Non sono pochi i turisti che visitano Londra spinti dal volerne vedere i grandi musei; e non sono pochi coloro che, alla fine del viaggio, ricordano proprio i musei quale esperienza fondante, cristallizzata negli anni.
Ma Londra non è solo questo. Ha infatti dimostrato, con formidabile forza, come sia capace anche di innovare radicalmente il sistema museale, modificandolo da cima a fondo. Sì pensi ad esempio al ruolo di avanguardia svolto nel campo dell’archeologia industriale: l’Inghilterra e in special modo Londra è stata la prima potenza a conservare il proprio patrimonio di fabbriche, opifici e stazioni del treno vittoriane. Dai semplici binari alle cattedrali dell’industria, uno sforzo che ha fatto scuola.
Ma non basta, perché dagli anni Ottanta proprio Londra è stata una delle prime protagoniste delle esperienze ‘immersive‘, capaci di calare a fondo nell’ esperienza multimediale di una mostra o un museo. La persona non si limita a guardare una bacheca con all’interno degli oggetti, ma avviene un vicendevole scambio, fruttuoso per ambo le parti.
E sempre dal campo delle esperienze ‘immersive’ giunge dalla capitale inglese, dalla grande Londra, una delle proposte all’ultimo grido nel campo. Ma di che cosa si tratta, alla fine fine?
La meraviglia della nuova mostra londinese
Si tratta della Frameless art exibition London: una mostra definita come un nuovo, rivoluzionario, modo con cui entrare ‘dentro’ le opere d’arte. Come sarebbe la sensazione se potessimo passeggiare a nostro piacimento in un quadro di un grande artista? Cosa andremmo a guardare? (O a chiedere?)
La mostra risponde proprio a quest’interrogativo utilizzando la tecnologia digitale; specificatamente vengono ricreati 42 dipinti della storia dell’arte. ‘Frameless’ nel senso che i quadri vengono proiettati senza cornici di sorta sulle pareti, il soffitto e il pavimento. Il soggetto così può aggirarsi a suo piacimento all’interno di un Van Gogh, di un Picasso, di un Cézanne.
L’esempio famoso citato dalla mostra e pubblicizzato in ogni dove è ‘Cristo nella tempesta sul mare della Gallia’, del grande Rembrandt. Il visitatore può vedere ogni singola pennellata, ogni minuscolo dettaglio del quadro: le gocce, i lampi, i tuoni, le onde grandi e piccole. ‘Entra’ nel quadro e così facendo ne diventa parte.