Arriva dalla Cina il primo prototipo di bambino robot. Un automa molto simile a un cucciolo di uomo. Ma perché fare una cosa del genere?
Qual è la maggiore ossessione, nei decenni di crescita della fantascienza? Naturalmente l’ oppressione della macchina sull’uomo: di profetizza che la macchina rimpiazzerà l’uomo, lo sostituirà nella sua interezza. Il robot è freddo, è impersonale, è razionale, è fisicamente e mentalmente superiore ai colleghi umani. Raramente però si pensa al robot come rimpiazzo dei sentimenti umani. Eppure è proprio quanto avviene in questo caso; il robot viene utilizzato quale placebo dei sentimenti umani.
In questo caso l’innovazione corre veloce, giunge direttamente dalla Cina. Si tratta di una bambina robot animata dall’intelligenza artificiale, specificatamente dal Beijing institute for general artificial intelligence (BigaI).
Chiamata ‘Tong Tong’, la bambina in questione ha tecnicamente un’età tra i 3 e i 4 anni. L’ elemento di maggiore interesse – o maggiormente inquietante a seconda della prospettiva – deriva dalla consapevolezza che la bambina in questione può crescere ed evolversi, acquistando esperienza.
La bambina robot in questione può inoltre compiere piccoli lavori domestici, sempre obbedendo agli ordini dei propri genitori in carne ed ossa. Risponde, muove, parla… Insomma dialoga attivamente. Proprio come una bambina, con l’importante differenza che non crescerà mai.
Ma che cosa vuol dire Tong Tong? Significa letteralmente ‘ragazzina‘. Sembra evidente come il sistema cinese miri a rimpiazzare il desiderio di maternità di milioni di famiglie con un surrogato. Eppure il problema della bassa natalità cinese è noto ed è molto grave. Chiaramente non si può risolverlo attraverso dei robot, però si può soddisfare coloro che, per le leggi cinesi, non possono avere più di due figli. Non puoi avere il figlio reale? Tieni quello robot.
Sarebbe facile criticarlo, usare toni pesanti. Ma alla fine fine non è quanto fanno anche tante famiglie occidentali? Tante persone che, per ragioni di povertà e insufficiente appoggio statale (il figlio è, dopotutto, un investimento), preferiscono ripiegare su un cane. Vezzeggiato, coccolato, adorato. Proprio come un figlio. A fronte di ciò criticare il robot cinese sembra voler puntare il dito, ignorare le proprie macroscopiche colpe.
In ogni caso, piaccia o meno, Tong Tong esiste. E i cinesi la presenteranno a breve, all’evento annuale delle tecnologie cinesi. Sì tratta di un evento fondamentale, paragonabile per importanza alle fiere della Silicone Valley statunitense. Parliamo nello specifico del Forum di Pechino, in programma dal 25 al 29 aprile.
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