Due lavoratori un tempo dipendenti di Musk si sono re inventati imprenditori e hanno fondato una compagnia volta a produrre metano ‘rinnovabile’. Vediamo insieme di che cosa si tratta.
Quale sarà l’energia del futuro? E’ difficile comprenderlo, però molti si orientano tutt’oggi su un binomio in apparenza vincente: idrogeno e metano. Entrambi rigorosamente ‘verdi’, prodotti con energia rinnovabile.
Come produrre energia rinnovabile in maniera efficace e a basso costo? Un’azienda fondata da ex dipendenti di Elon Musk prova a rispondere con una proposta se non rivoluzionaria, certo originale. General Galactic si propone infatti di produrre e vendere metano ‘green’, nella pratica ‘catturando’ CO2 dall’aria e sfruttando la produzione di idrogeno tramite elettrolisi dell’acqua.
Partendo dal primo elemento in questione, si tratta di metano familiare per gli organizzatori, in quanto è lo stesso principio alla base dei motori di Starship. In origine pertanto era propellente per i razzi.
Il primo esperimento di General Galactic ha portato alla costruzione di un reattore sperimentale capace di produrre duemila litri di metano ogni girono, 24 ore su 24. Un processo, in apparenza, completamente neutrale. Viene sottratta CO2 all’atmosfera, combinata con l’idrogeno prodotto tramite elettrolisi dell’acqua e infine si giunge a un metano trasportabile e utilizzabile. Il prodotto consumato è quanto mai innocuo: l’acqua.
Come funziona General Factory: produzione di metano a zero impatto ambientale
Rimane il dubbio, in questo contesto, su dove proverrà l’energia utilizzata per la produzione dell’idrogeno. Notoriamente i costi per la produzione dell’idrogeno superano i vantaggi della sua vendita; ed è il motivo per cui l’idrogeno, nell’Unione Europea, è sottoposto a pesanti sussidi. Altrimenti nessuno si preoccuperebbe di produrlo. L’energia deve inoltre a sua volta essere green; in assenza di informazioni possiamo dedurre come l’idrogeno venga prodotto coi classici pannelli solari, come sta già avvenendo in Europa.
General Factory non mira, in ogni caso, a re inventare la ruota: il metano prodotto dalla fabbrica non viene ulteriormente lavorato o non è protagonista di ulteriori azioni industriali. Viene semplicemente venduto, tal e quale. Chi lo interessa lo compera, niente di più e niente di meno.
In particolari i fondatori hanno esplicitamente comunicato che vogliono favorire lo sviluppo di un sistema di trasporto di metano negli Stati Uniti efficiente e integrato, ma che al di fuori dei reattori non sono interessati ad espandersi. L’obiettivo di fondo – assai semplice – è di trasformare il metano prodotto in una sostanza più vantaggiosa di quella oggigiorno estratta dal suolo, ‘sporca’ e inquinante.