Come funziona il nuovo drone scarafaggio? Si tratta di un’invenzione elvetica che sta destando parecchie perplessità tra gli addetti del settore.
I droni conoscono continue evoluzioni tecnologiche, vicissitudini legate a una tecnologia che accelera e accelera sempre di più. I droni cambiano, mutano, conoscono inesauste metamorfosi: siamo passati dai droni militari per un uso di guerra offensivo a quelli civili, per un uso comune. Video, foto, reportage d’ogni genere: un utilizzo impensabile per quanto, a inizio duemila, era tecnologia segreta, sotto stretta sorveglianza del Pentagono.
All’interno di questo genere di tecnologie non sorprende l’ultima evoluzione del drone, per quanto bizzarra. Si tratta dell’innovazione apportata dallo Swiss Federal Institute for Institute for Forest, Snow and Landscape Research (WSL) che ha proposto un nuovo modello di drone, sotto molti aspetti innovativo. I ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Università di Pisa hanno infatti inventato un drone molto simile ad uno scarafaggio.
Dalla forma effettivamente insettoide, il drone in questione è pensato per spostarsi – con grande agilità e scioltezza – attraverso il sottobosco delle foreste, sena restare bloccati dalle radici delle piante o dai fusti della vegetazione.
Il drone che vola infatti ha modo di vedere la flora dall’alto, ma non è però possibile indagare la vegetazione sottostante, anzi. Rimane un vuoto, un locus oscuro impossibile da conoscere se non con il lento (e difficile) passaggio umano. In questo caso il drone scarafaggio è realizzato appositamente con questo scopo, ha una ‘costruzione’ tale da poter resistere ad ambienti così impervi.
Ma di che cos’è costituito questo drone? Si compone di materiale definito ‘a basso attrito‘ e con una notevole intelligenza spaziale. Cioè il drone riesce a riconoscere automaticamente quando sta ‘impattando’ contro qualcosa. Una capacità del tutto nuova, un ‘game changer‘ per utilizzare il lessico del settore.
Dai primi test, comunicati dai ricercatori svizzeri, il drone è ad esempio capace di allontanare rami e rametti. Riesce anche ad allontanare eventuali rami comprensivi di foglie. Non riesce invece a superare o ad aggirare in completa autonomia ostacoli un po’ più grossi: cespugli, tronchi, piccole piante medio-grandi, ecc ecc
Il drone scarafaggio potrebbe potenzialmente essere utilizzato in aree dove l’accesso umano è difficile od orrendamente costoso; e potrebbe trasformarsi in un ‘guardiano’ delle riserve e delle aree protette. Un utilissimo valore aggiunto, specie in vaste zone minacciate dall’agire dell’uomo che si tratti di taglialegna o bracconieri.
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