Chi lo avrebbe mai pensato che un dispositivo del genere potesse anche salvare delle vite: era inimmaginabile sino ad ora.
Ed invece, eccoci qui a parlare di un drone che ha salvato una vita. La notizia, questa volta, però, non arriva da chissà quale posto remoto del mondo né, tantomeno, arriva dagli Stati Uniti d’America. Ebbene sì, questa volta, il primato spetta al nostro Paese, all’Italia. Ad essere precisi, la Regione protagonista di questo evento è del Sud Italia.
Parliamo della Puglia ed in particolare della città di Brindisi. E’ un evento senza precedenti che fa ben sperare tutti. Sì, perché fino a pochissimo tempo fa, infatti, questi piccoli “quadricotteri“, venivano utilizzati per le riprese aeree ad eventi pubblici e privati o per sondare e mappare, ad esempio, terreni, abitazioni, città.
Ovviamente, venivano utilizzati in campo militare e si è parlato a lungo di droni utili per la consegna delle spedizioni richieste dagli utenti. Ora, però, si è scoperto che sono anche in grado di salvare i cittadini in pericolo. Dovete sapere che, comunque, questo utilizzo non va a eliminare gli altri di cui abbiamo dato cenno nelle righe precedenti.
In particolar modo, le operazioni di salvataggio di cui vogliamo parlarvi hanno come protagonista il mare. Ed è stata la Capitaneria di Porto di Brindisi, insieme ad una azienda, la Unmanned4You, ad operare in questo senso. Ed il tutto è partito da una segnalazione al numero 1530, il numero per le emergenze in mare.
Ebbene sì, è andata proprio così. Un passante ha notato qualcosa che non andava in mare. C’era un naufrago che aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno di essere soccorso. Così, si è armato di smartphone ed ha chiamato il numero per le emergenze in mare, informando la sala operativa di un evento avverso che avrebbe potuto avere conseguenze alquanto nefaste.
Ed ecco che la Centrale operativa ha subito avvisato e reso operativa una unità della Giardia Costiera di brindisi denominata “Aquila”. Si tratta di un drone DJI MATRICE 350 RTK. Questo è dotato di una camera termica ed anche di supporti al galleggiamento. Gli sono bastati pochissimi minuti per trovare il punto esatto del naufragio.
Ha sganciato il suo sistema di galleggiamento e, contestualmente, ha inviato alla Capitaneria di Porto le coordinate esatte del punto in cui si trovava la persona da salvare. Ed ecco che è partita la motovedetta che, infine, ha messo in salvo il povero malcapitato. Al momento si è trattato di una prima esercitazione, ma si pensa che questo sistema possa entrare in vigore quanto prima e che permetterà di ridurre i tempi di intervento in modo da salvare un maggior numero di vite in mare.
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