Se nel mondo dell’economia famigliare fare debiti è generalmente sconsigliato, all’interno dell’ecosistema della piccola e media impresa il ricorso al prestito è pressoché obbligato, anzi è molto diffuso.
Chiedere un prestito per la propria azienda – perchè appena nata, perchè una start up, perchè in una fase di difficile crescita – succede continuamente. Se negli Stati Uniti o in generale nei paesi anglo americani accedere a un prestito è piuttosto facile, nel caso dell’Italia la questione appare più difficile.
Vi sono però delle eccezioni, specie nell’ambito del microcredito. Nel caso in questione ci riferiamo a un imprenditore o un libero professionista con regolare partita iva; o in alternativa ad una SS o SRL semplificata con un massimo di dieci dipendenti. Le condizioni da soddisfare, nel caso in oggetto, sono queste.
In quest’ambito, seguendo le apposite procedure, è possibile accedere a fino 40mila euro di prestito, coperto all’80% dallo stato. Il prestito può, a sua volta, essere utilizzato epr una vasta gamma di attività.
Quali sono le spese consentite dal microcredito in oggetto? Innanzitutto l’acquisto di beni necessari all’azienda; di materie prime; di servizi ad hoc; ma anche le paghe dei dipendenti stessi, la retribuzione per i corsi di sicurezza e formazione. Senza trascurare l’elementare necessità di avere la liquidità per pagare le tasse e le spese impreviste, caratteristiche di tutte le PMI.
In generale tutte le banche – anche le più piccole – mettono a disposizione il microcredito. E, sempre in quest’ambito, il servizio deve essere per legge senza nessun costo di istruttoria.
La procedura prevede che ci si rivolga a un tutor presente nelle liste dell’Ente Nazionale Microcredito. Questi sottoporrà ad accurata analisi il proprio business plan e solo dopo aver dato il suo imprimatur verrà concesso il presto in questione. Su questo varrà, a propria volta, la garanzia statale fino all’80%.
Ma che cosa implica che sia garantito all’80%? Ebbene la Banca può chiedere che venga erogato il 20% restante. Questo però non può essere ottenuto tramite beni mobili o immobili (es. la casa, l’ufficio, ecc ecc). La restituzione del prestito dovrà avvenire entro sette anni; lo stato però non legifera sul tasso in questione. Se la PMI ha un attivo superiore al 300mila e/o un fatturato superiore ai 200mila il prestito viene impedito. Allo stesso modo se c’è un indebitamento di 100mila o più euro il prestito viene rifiutato.
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