Sappiamo benissimo tutti, le motivazioni per cui la piattaforma Privacy Shield è nata e possiamo dire che siano tutte ampiamente condivisibili.
Si tratta di una piattaforma nazionale, entrata in funzione da pochissimo e che consente di oscurare, in soli trenta minuti, tutti quei siti che trasmettono contenuti multimediali, dai film alle serie TV, dai documentari agli eventi sportivi in maniera totalmente illegale. Ovviamente, oltre l’oscuramento dei vari siti pirata, sono previste delle sanzioni economiche sia per chi trasmette sia per chi usufruisce di questi contenuti.
Inoltre, dovete sapere che è previsto anche l’arresto ed il carcere. Insomma, l’obiettivo è molto chiaro: distruggere, porre fine alla pratica illegale della pirateria. I mezzi utilizzati sono conosciuti e li abbiamo già accennato, così come le pene e le sanzioni. Detto ciò, però, c’è da sapere che, purtroppo, nonostante abbia funzionato più o meno bene sin dal suo esordio, si sono riscontrate delle problematiche.
Per comprendere al meglio cosa sia successo, c’è da capire meglio il funzionamento di questa pratica. Innanzitutto, c’è da dire che l’oscuramento dei siti pirata, avviene dietro segnalazione dell’indirizzo IP. È quest’ultimo che viene preso di mira dalla piattaforma richiesta dalla Lega di Serie A del nostro campionato e offerta, per così dire, all’AgCom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Purtroppo, però, non sempre va tutto per il meglio e ci si ritrova si ad oscurare quei siti internet illegali, ma, contestualmente, si va ad oscurare anche altro. In pratica, vengono colpiti da questo provvedimento anche siti web totalmente estranei da pratiche illegali. Si tratta di una vera e propria iattura sia per i proprietari dei portali legali sia per i tanti fruitori ignari.
Privacy Shield ha effetti collaterali non immaginabili prima!
Ebbene sì, una piattaforma nata per contrastare la pirateria online, ha finito per contrastare anche siti web legittimi, totalmente legali. È successo la scorsa settimana in concomitanza con le partite di calcio del campionato di serie A. Ma dovete sapere che non è la prima volta che succede questa problematica, con buona pace di tutti. Ma perché accade tutto ciò? Quali sono le motivazioni?
In pratica, è stato segnalato un indirizzo IP e la piattaforma lo ha prontamente bloccato nei limiti di tempo previsti dalla Legge. Purtroppo, però, questo indirizzo IP apparteneva a Cloudfare. Di conseguenza, tantissimi siti web legittimi che non avevano nulla a che fare con la pirateria sono stati oscurati ed hanno smesso di funzionare. Nessuno poteva più raggiungerli.
E di proteste ce ne sono state davvero tantissime. Questo perché, dopo poco tempo, i siti legali erano ancora oscurati, mentre il sito pirata ha variato il suo indirizzo IP ed è tornato fruibili ai tantissimi fan del pezzotto. Il problema è proprio questo. Purtroppo viene indicato l’indirizzo IP a cui fanno riferimento tantissimi siti internet e non l’indirizzo IP di un singolo portale. Se non cambia tutto ciò, si finirà sempre con l’oscurare tutti i sintomi appartenenti allo stesso indirizzo IP.