Quale futuro concorrente per la Apple Vision Pro? Anche Zuckerberg si getta nella mischia con un suo prototipo decisamente futuristico. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Apple Vision Pro ci sta provando: non sono pochi gli influencer infatti che hanno pubblicizzato il visore in casa Apple, tramite diversi stunt pubblicitari. C’è chi ha provato a indossarlo nella vita di ogni giorno, camminando in strada; c’è chi invece ha provato a dormici o a recarsi al ristorante.
Era solo questione di tempo prima che qualcuno rispondesse; e tra i colossi che hanno reagito ritroviamo come sempre anche Mark Zuckerberg, col suo META. Il ceo in questione ha infatti proposto un fantomatico bracciale capace di leggere la mente umana. Il ceo non è nuovo a simili interventi; ricordiamo, ad esempio i milioni poi accantonati per il progetto di una realtà virtuale omnicomprensiva.
Doveva essere il futuro, ma è presto invecchiato una volta scomparso il periodo della pandemia Covid-19.
Si tratta di un dispositivo che nasce nel 2019, quando Facebook aveva acquistato la start up americana CTLR Labs (sì, il riferimento è al tasto della tastiera del computer). Ma che cos’è questo bracciale?
Il dispositivo in teoria ‘segue’ i movimenti delle mani, nello specifico delle singole dita. Lo fa attraverso la captazione dei segnali elettrici emessi dal centro (il cervello) verso la periferia (il polso prima, le dita poi). La tecnica si chiama ‘elettromiografia’ ed è nota nell’ambiente scientifico da tempo. Raramente però lo si utilizzava nell’ambito civile.
Perchè il braccialetto di Zuckenberg potrebbe essere rivoluzionario, ecco i dettagli
Impressiona, in quest’ambito, come il dispositivo nonostante le minori dimensioni sia molto più accurato dei rozzi sistemi di tracciamento di Apple Vision Pro. Il visore della casa di Steve Jobs spesso infatti ha gravi problemi quando si tratta di un ambiente immerso nel buio o che frappone diversi ostacoli.
Allo stato odierno vi sono due diverse tipologie di braccialetto; uno più essenziale e un altro con la fotocamera. Insomma, una sorta di smartphone ‘portatile’. L’impegno sembra molto minore a confronto con il Vision pro, sebbene rimanga al nocciolo un dispositivo indossabile.
L’aspetto forse maggiormente straniante della vicenda è connesso al ragionamento che un simile dispositivo utilizzerebbe una tastiera virtuale; si digiterebbe nel vuoto senza particolari difficoltà, de facto ‘dissolvendo’ l’impianto hardware. E’ difficile comprendere se ciò effettivamente si trasformerà in un vantaggio o risulterà essere una tecnologia ingombrante e ‘pesante’ per l’utilizzatore.