Internet è morta? Certamente se ci si aggira sui Social, se si leggono i siti, se si commentano i Forum, l’impressione è di una graduale recessione della grande Rete. Ma perché la morte?
Un tempo navigare su Internet era fonte di grande entusiasmo, di grande eccitazione: ogni sito era una continua sorpresa, ogni ricerca un’avventura, ogni interazione umana un contatto arricchente o traumatico. La Rete era una novità e di quelle eccitanti, arricchenti. Si fornivano informazioni preziose e se ne ricevevano. Tempi d’ oro, scanditi dal cicaleccio dei modem e dal click dei grandi computer di inizio duemila.
Tutto il contrario della modernità. Secondo infatti la Dead Internet Theory, la Rete è ormai un luogo desolatamente, irrimediabilmente vuoto. È un grande spettacolo senza spettatori, un cinema senza uditorio, un talk show senza pubblico. Ma anche quanto viene messo in scena è privo di reale sostanza, di reale contenuto. Ormai c’è solo pubblicità, pura spazzatura.
Secondo i sostenitori della teoria i reali utilizzatori della Rete si conterebbero sulle dita di una mano, sarebbero molti più pochi di quanti si possa pensare. L’ intero gigantesco carrozzone sarebbe vuoto; tanto di sostanza quanto di utenti. Le tantissime interazioni che vediamo sarebbero false; bot mossi a leggere, commentare e condividere dall’ intelligenza artificiale.
C’è un fondo di verità nella teoria: quando infatti è stata l’ultima volta che avete trovato qualcosa di utile su Google? O addirittura che, cercando una soluzione, non siete stati sopraffatti dalla pubblicità? Se ci si aggira su Twitter, adesso noto come X, si rimane sorpresi da quanto rari ed effimeri siano i contatti umani. Legioni di Bot commentano, retwittano e condividono, seguiti a propria volta da migliaia di bot.
Le reali ragioni dietro la cosiddetta morte di Internet
Secondo la teoria Internet è morto tra il 2016 e il 2017 quando la stragrande maggioranza degli utenti è stata rimpiazzata da bot che commentano, condividono e spingono gli utenti reali verso determinate politiche e specifici prodotti da consumare.
C’è, come detto, qualcosa di vero in ciò: i bot stanno infatti diventando preponderanti, superando di gran lunga ogni interazione umana immaginabile. Specie sui Social meno regolamentati – come X, un tempo Twitter – i bot sono orde che sopravanzano ogni utente reale, de facto orientando il mercato.
In realtà, al fondo di tutto, l’Internet di Google e dei grandi colossi sta diventando sempre più mediocre, straripante contenuti fallaci, creati in barba al copyright. Partendo dai testi e dalle immagini dell’ IA.