Il rover della NASA su Marte ha fatto una scoperta importante, certamente ‘unica’ nel suo genere. Scopriamo insieme di che cosa si tratta, in attesa di avere o meno prove sull’esistenza della vita aliena.
La NASA ha confermato che il rover della Perseverance approdato su Marte è in realtà atterrato sul fondo di un vecchio lago, il cosiddetto cratere di Jezero.
I nuovi dati forniti dagli strumenti del Perseverance hanno confermato che, miliardi di anni fa, il luogo era un tempo un lago marziano, simile ai fondali degli odierni oceani. Sebbene non sia più un ambiente umido da diversi millenni, il fondo del lago ha rivelato di avere strati di sale solidificati sotto la roccia per diverse centinaia di metri.
Le segnalazioni del radar del rover confermano una situazione simile a quella di un lago immobile e stagnante, con una sorta di muco solidificato da diverso tempo. Lo scienziato che ha compiuto lo studio aveva, già a suo tempo, compiuto lavori su Marte.
Ma quanto è grande il lago in questione? Si tratta di un’area dell’ampiezza dell’isola di Manhattan, solo raddoppiata; insomma certo non un’area piccola o trascurabile, specie nel panorama marziano.
Gli strati analizzati dallo scienziato hanno rivelato di avere una finitura estremamente granulare, chiaramente rimasti ‘fermi’ da millenni. Si tratta proprio del genere di terreno rinvenuto sul fondo dei laghi. Non è la prima volta che vengono annunciate simili scoperte; e finora di acqua e ghiaccio non è stato scoperto nulla di definitivo, al di là dei soliti roboanti annunci dei giornali. Certo, il pianeta è grande, gigantesco; e i rover riescono a coprire solo piccole porzioni.
Secondo l’ipotesi avanzata dal nuovo studio, al di sotto del lago, è presente quanto rimane di un fiume che portava e lasciava materiale marziano dalla sorgente, ‘riempiendo’ il gigantesco cratere. Marte è nell’insieme piuttosto vicino alla Terra, specie a confronto con altri pianeti; pertanto si dibatte tutt’oggi se nel passato ospitava la vita. La presenza o meno di acqua confermerebbe questa possibilità.
In quest’ambito aver rinvenuto quanto rimane di un lago, a sua volta un tempo un fiume, permettono di avvalorare questa tesi. In aggiunta a ciò occorre stare attenti alla presenza o meno di un campo magnetico per schermare la superficie marziano; un altro elemento fondamentale onde garantire la vita sul pianeta rosso.
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