Bruxelles ha approvato, in via definitiva, il testo per l’AI Act. Si tratta del nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, la prima legge in assoluto che affronta la tematica in maniera completa.
La ‘quadra’ in particolare è stata raggiunta dall’8 dicembre, quando Consiglio e Parlamento europeo si sono accordati per avere un testo completo e uniforme.
Quando vi sarà l’entrata in vigore ufficiale? Si partirà dal 2 febbraio quando il Consiglio voterà il via libera all’AI Act. Sotot il profilo tecnico la legge è composta da ben 85 articoli e 9 allegati che presenta una tipologia basata sul rischio, rispettivamente minimo, limitato, alto e inaccettabile. Quando il rischio cresce, la legge impone sistemi di sicurezza e controlli su vasta scala, limitando l’utilizzo dell’IA nel territorio europeo. Vi sono poi utilizzi dell’intelligenza artificiale espressamente vietati dall’AI Act.
Per quali utilizzi non si può usare l’intelligenza artificiale? Innanzitutto, come recita l’articolo 5, non si può manipolare le persone, specie le più vulnerabili. Inoltre non si possono ‘catturare’ i volti delle persone sulla rete, come era invece la norma nei primi anni dei Social.
E’ inoltre categoricamente vietato utilizzare le intelligenze artificiali per il riconoscimento delle emozioni negli ambienti scolastici e lavorativi. In generale le IA inoltre non possono essere utilizzare nell’ambito delle forze dell’ordine, per stabilire, in maniera razzista e arbitraria, se una persona è aperta o meno a commettere un crimine. Simili utilizzi, negli Stati Uniti, hanno spesso portato ad arresti e operazioni di polizia illegali e fuorviate da osservazioni razziste e paranoidi.
In generale l’Unione Europea sembra volersi proporre come l’anti Cina, come un modello diametralmente opposto alle distopie che si agitano nelle profondità dell’Asia; da Singapore, a Pechino, alla Corea del Nord. La legge infatti vieta esplicitamente l’utilizzo dell’IA per la categorizzazione biometrica basata su dati personali come l’orientamento politico, sessuale e religioso.
Non a caso è stata vietata, nonostante le forti resistenze, i sistemi di riconoscimento facciale e biometrico in tempo reale, in quanto è stato dimostrato porta a infinite discriminazioni, ben lontane dallo scoraggiare il crimine. Le uniche eccezioni sancite, comunque molto discusse e criticate, concernono i terroristi, le vittime di reati e le persone scomparse. In particolare il riconoscimento in tempo reale può essere attivato per i seguenti crimini: terrorismo, tratta di migranti, pedo pornografia e abuso di minori, traffico di droga, traffico di armi, tentata strage, traffico di materiale radioattivo, traffico di organi, rapimenti, dirottamento di veicoli (aerei, navi, ecc ecc), violentamenti, rapine, sabotaggio e crimini contro l’ambiente.
Anche in questi casi il riconoscimento verrà attivato solo per confermare l’identità della persona individuata come target e lo farà solo nello spazio della ricerca da parte delle forze di polizia, senza che rimanga nel tempo o venga utilizzato indefinitamente. La situazione deve essere di reale urgenza e ricevere il via libera di un giudice.
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