La frontiera delle truffe informatiche non ha limiti ed i criminali utilizzano qualsiasi strumento per raggiungere quello che è il loro unico obiettivo.
Devono frodare gli utenti che vengono identificati come loro potenziali vittime. E mettono tutto il loro impegno per riuscirci. Di problemi di questo tipo ne è pieno il mondo. Si assiste ogni giorno a diverse tipologie di attacchi. Pensiamo agli attacchi informatici tramite malware insiti all’interno delle varie applicazioni che sono scaricate ed installate sugli smartphone dagli utenti stessi.
Gli utenti Android ne sanno qualcosa. Nel corso di quest’ultimo anno, infatti, oltre cento applicazioni sono state dichiarate malevoli e sono state eliminate dal Play Store del gigante tech di Mountain View, Google. Sempre quest’ultima, poi, ha dovuto fare fronte a quello che è stato l’attacco agli account tramite cookie. Neanche un cambio di password ha salvato gli utenti. Gli hacker potevano entrare tranquillamente ed impossessarsi dei loro dati.
E potremmo andare avanti all’infinito. Molto in voga è la truffa che parte da mail o SMS. Parliamo di phishing o di smishing a seconda dello strumento utilizzato. Arriva un messaggio con carattere di urgenza e si invitano gli utenti a cliccare il link sottostante per risolvere la problematica insorta. Una volta cliccato, si viene indirizzati ad un sito molto simile a quello della propria banca o di una società di cui le povere vittime si fidano.
Qui devono inserire i loro dati ed anche quelli delle loro carte ed avviene il peggio. Viene rubato tutto e si finisce col perdere tutto ciò che si è in possesso o quasi. Ma gli hacker possono operare anche attraverso una semplice telefonata? Ebbene si, purtroppo, c’è una notizia pessima per tutti. Bisogna diffidare anche dalle chiamate, i almeno da alcune di queste.
Basta una telefonata e lo smartphone è hackerato: già tanti utenti ne sono rimasti vittime!
Il nome di questa nuova truffa è vishing. E, come abbiamo già accennato, tutto parte da quella che sembra una semplice ed innocua telefonata ricevuta. Sembra innocuo perché l’interlocutore infonde tranquillità, sicurezza. Ma, poi, col passare dei secondi, inizia ad incalzare per ottenere ciò per cui ha chiamato. Ovviamente, parliamo dei dati degli utenti, compresi quelli sensibili.
Pensiamo, ad esempio, ad un interlocutore che si presenta come addetto di Banca o di Poste. Diciamo che, già a sentire questo, gli utenti si allarmano. E, come il truffatore (così bisogna chiamarlo) inizia ad elencare tutte le problematiche a cui le povere vittime vanno incontro e ad indicare le mosse da fare per evitare problemi, questi penderanno dalle loro labbra.
Ed oltre a fornire tutti i dati a questi criminali, arriveranno anche a scaricare un’applicazione della banca o delle poste completamente fasulla. Una volta inserite le loro credenziali al suo interno, dovranno dire addio a tutto ciò che avevano conservato. Attenzione, però, perché un rimedio c’è. Innanzitutto, durante le telefonate non fornite alcun dato richiesto e, soprattutto, se la telefonata vi sembra sospetta, non rispondete!