Quale sarà il futuro delle barche a motore? Proviamo a indagare insieme il panorama particolare delle barche elettriche.
Non solo auto: anche le barche si stanno adeguando alla transizione energetica. Quantomeno nella ‘verde’ Europa, l’industria cantieristica si sta attrezzando per sostituire il desueto motore a scoppio con l’elettricità. Ma come sarà l’auto del futuro?
Il 2024 dovrebbe essere, in tal senso, l’anno nel quale le barche elettriche da diporto saranno la nuova frontiera l’oggetto’ da avere. Quantomeno per chi si diletta nella navigazione privata e dispone delle sostanze necessarie per effettuare il cambiamento. Il vantaggio non è solo ambientale, perché le barche elettriche sono anche piuttosto veloci ed economiche, non consumando quel carburante oggigiorno così costoso, così prezioso.
Le prime barche elettriche, in questo contesto, sono state delle pure sperimentazioni: la Frauscher x Porsche 850 Fantom Air e la Candela C-8, per citare due delle più famose. Vi sono state poi barche leggermente più adatte a un pubblico ‘di massa’; ad esempio il motoscafo Mercury Avator 7.5 e con un pacco batterie compatibile e facilmente rinnovabile.
Le batterie, a differenza dell’auto, non sono un particolare ostacolo per le barche elettriche, in quanto percorrono distanze considerevolmente minori a confronto con la navigazione via terra; restando, va da sé, nell’ambito della navigazione per puro diletto e non commerciale. Pertanto i proprietari delle barche hanno un modo di ragionare molto più affine a quello delle auto elettriche, seppure con tutte le relative differenze.
Occorre inoltre osservare che, a differenza delle auto, le barche consumano molto più carburante; la benzina e il gasolio, specie per le barche di medie e grandi dimensioni, vengono utilizzate in quantitativi inimmaginabili per le automobili moderne. La barca consuma parecchio carburante; e specie negli ultimi anni ciò rappresenta un costo notevolissimo. Anche solo navigare a velocità normale, senza particolari correzioni di rotta, può risultare estremamente costoso.
Vi sono naturalmente anche gli ostacoli, i ‘contro’; s’ignora ad esempio come contrastare l’acqua che lentamente ‘entra’ nella barca e come isolare efficacemente i motori elettrici. Il motore a scoppio, in quest’ambito, si fa beffe di qualche goccia; invece col sistema elettrico i guai possono essere assai seri.
Vi è infine il problema dei moli e delle banchine; in Italia raramente si è attrezzati per poter ormeggiare le barche elettriche. Non vi sono (quasi) mai postazioni di ricarica, punti adatti alle connessioni elettriche. C’è ancora tanto lavoro da fare, in quest’ambito.
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