Prendete quelle che sono le tre leggi della robotica di Asimov e mettetele da parte, anzi, fate in modo di dimenticarle completamente.
Isaac Asimov, biochimico e scrittore sovietico, nel 1947, parlando di robotica, faceva affidamento alla sicurezza, al servizio ed all’autoconservazione di questi robot. La prima Legge, sosteneva che nessun robot avrebbe mai potuto ferire un essere umano o danneggiate la sua esistenza. La seconda, invece, sosteneva che i robot fossero al completo servizio degli uomini tranne in un caso specifico.
E questo riguardava la violazione della prima legge. Infine, c’è la terza. Si parla di autoconservazione e, ovviamente, di autoprotezione. Attenzione, però, perché un robot non potrà conservarsi, proteggersi andando a violare quelle che sono le prime due leggi che abbiamo elencato fino ad ora. Ecco che torniamo, allora, a quanto scritto in apertura.
Si, perché queste leggi sono state del tutto infrante da un robot in una fabbrica. E dovete sapere che non è un fatto accaduto poche ore fa, ma si tratta di qualcosa che è avvenuto ben due anni fa e solo ora è affiorato a galla. Insomma, è un accadimento nefasto che è stato tenuto segreto per non allarmare gli esperti del settore e, soprattutto gli utenti.
La storia è avvenuta in una fabbrica in Texas. In pratica, un robot ha aggredito fisicamente un ingegnere, mentre si trovava al lavoro. E ciò fa aumentare e non poco quelle che sono le già tantissime preoccupazioni che riguardano la sicurezza della presenza dei robot e dell’Intelligenza Artificiale, sui luoghi di lavoro. Vediamo, allora, cosa è accaduto e, soprattutto quale fabbrica è stato il luogo dell’aggressione.
Ebbene sì, sembra che il destino avverso si accanisca su Elon Musk e sulle sue aziende. Purtroppo, c’è da registrare un attacco, improvviso, di uno dei robot presenti all’interno dell’azienda in Texas, ad uno degli ingegneri che vi operano all’interno. Il robot ha dapprima gettato a terra l’uomo, per poi attaccarlo e colpirlo più volte.
Lo ha dapprima colpito alla schiena. Poi, ha continuato l’aggressione, ferendolo prima alla mano e, poi, alle gambe ed alle braccia. Per fortuna, hanno assistito alla scena violenta anche i colleghi del povero ingegnere che subito hanno azionato il pulsante di emergenza, evitando conseguenze ben più gravi di una scia di sangue provocata dalle ferite riportate dal povero malcapitato.
Si, perché l’ingegnere poteva morire sotto i colpi inferti dal robot. Dal canto suo, però, Tesla, sostiene che l’aggressione non sia avvenuta da parte di uno degli umanoidi Optimus, bensì, da uno dei tanti bracci robotici presenti nella totalità dei presidi industriali dell’azienda. Ma quanto accaduto, pone ancora alla ribalta la poca sicurezza degli stabilimenti Tesla, più volte sostenuta da tutti.
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