Intesa Sanpaolo, qualche tempo fa, ha registrato un calo notevole. Vediamo insieme se vi è qualcosa di reale di cui preoccuparsi o si tratta solo di un fisiologico ribasso.
Spesso si scrive come occorra, in caso di dubbio, fidarsi delle grandi banche; troppo grandi per crollare, troppo colossali per avere davvero ripercussioni dalle crisi finanziarie locali e globali, non importa quanto massicce. Ed è, in un certo senso, vero; quando vi sono interessi finanziari così elevati, così ampli è davvero difficile che una banca fallisca. Troppo gravi risulterebbero altrimenti le conseguenze non solo per dirigenti e singole aziende, ma per interi stati. Le nazioni dipendono dalle banche e, a propria volta le banche dipendono dalle nazioni, Il legame funziona in entrambi i sensi.
Un buon esempio di ciò è Intesa Sanpaolo, famosa per essere un bastione incrollabile, un monumento alla ‘solidità’. Certo, non vi è mai la sicurezza presente quando si opera con enti pubblici, qual è il caso delle poste o dei buoni del Tesoro; però, insomma, se cade Intesa Sanpaolo vuol dire che è successo qualcosa di davvero, davvero molto grave.
Grave, ma non impossibile, perché le tragedie non sono certo nuove, avvengono in continuazione. La crisi finanziaria del 2008 ha devastato settori che molti ritenevano inattaccabili, ha sconfessato dogmi e assicurazioni che tutti ritenevano inviolabili. Nessuno è veramente al sicuro, questo è il messaggio degli anni duemila.
Lo ribadiamo, a scanso di equivoci: Intesa Sanpaolo non corre, allo stadio attuale, alcun rischio di cui siamo a conoscenza. C’è stata però una fase, nella sua storia recente, alquanto preoccupante. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Intesa Sanpaolo, quella (sgradevolissima) seduta estiva di giugno
Intesa Sanpaolo aveva infatti chiuso la seduta del 12 giugno a 2306 euro, in ribasso dello 0,15% a confronto con la seduta precedente. Numeri bassi, per quanto non bassissimi. Tuttavia questo calo aveva sorpreso gli analisti, specie considerando come nel contempo il Ftse Mib aveva guadagnato l’1%.
Il caso è stato tanto più grave considerando come Intesa Sanpaolo fosse risultata all’epoca l’unica banca ad avere un ribasso negativo; unica in assoluto in tutta Italia. Una figuraccia per azionisti e clienti; e certo non un segnale rassicurante.
Però, occorre ribadirlo, la caduta di stile non si è ripetuta, anzi; Intesa Sanpaolo sembra più forte che mai e ulteriori ribassi, così se vogliamo imbarazzanti, non si sono verificati.