Che cos’è Pontus? Si tratta di una gigantesca placca tettonica, oggigiorno scomparsa. Ma non del tutto.
Gli scienziati hanno individuato una placca tettonica a lungo ritenuta perduta nella sezione occidentale dell’Oceano Pacifico. Come hanno riportato molteplici giornali scientifici e, nell’ambito del mainstream, anche il Daily Mail, la placca chiamata Pontus corrispondeva un tempo a un quarto dell’intera superficie sottomarina dell’Oceano Pacifico. Con lo scorrere dei millenni, tuttavia, Pontus è lentamente sprofondata nella crosta terrestre.
Sembra che Pontus sia esistita già 160 milioni di anni fa e recentemente 20 milioni di anni addietro, sebbene in quel periodo le sue dimensioni si fossero già notevolmente ridotte. Rimangono, reliquie di tempi ciclopici oggigiorno inimmaginabili, ammassi di rocce oceaniche, descritte come ‘relitti di Pontus’, che consentono gli studiosi di ricostruirne le dimensioni titaniche.
I ritrovamenti sono stati spiegati nel dettaglio da un nuovo studio di Suzanna Van de Lagemat, ricercatrice attiva in Olanda. Secondo la scienziata vi erano un tempo molte più placche tettoniche di quanto uno pensi; nel caso di Pontus esso scomparve definitivamente 20 milioni di anni fa, dopo essere rimasto parte della superficie terrestre per 140 milioni di anni.
Attualmente vi sono 15 placche tettoniche, ciascuna di diversa forma e dimensione. L’attività sismica avviene quando le placche si scontrano le une contro le altre, causando in superficie disastrosi sismi. Molte placche un tempo esistenti sono però da tempo scomparse sotto la crosta della Terra.
Perchè Pontus non esiste più? La semplice spiegazione
Ma come può un’intera placca tettonica scomparire? In realtà ciò è possibile quando ‘affonda’ dentro la crosta terrestre. A causa della forza di gravità la placca, che è più pesante del mantello circostante, è portata a scivolare in basso, verso il nucleo della Terra. Ciò sembra essere particolarmente evidente nel caso delle Filippine, un’area particolarmente delicata sotto questo profilo.
La Regione infatti, come racconta Lagemaat, consiste quasi unicamente di crosta oceanica, ma vi sono alcuni elementi che protendono dal fondale marino, antiche rimanenze di precedenti placche tettoniche, quasi interamente inglobate dal mantello.
Un’altra rimanenza di Pontus sopravvive nel caso del Borneo, dove sono ancora presenti formazioni di pietra che, ad un’analisi ravvicinata, sembrano essere composte di basalto. Analisi condotte sul magnetismo delle rocce in questione hanno rilevato che risalgono a 135 milioni di anni fa. La placca di Pontus è una scoperta relativamente recente che risale a dieci anni fa, quando si iniziò a ipotizzare un’unica placca unitaria sulla base dei ritrovamenti dispersi in tutto il globo. Attualmente la parte ‘intera’ della vecchia placca di Pontus è presente all’interno del mantello ed è ancora rilevabile per la sua carica magnetica.