Chi più chi meno, è capitato praticamente a tutti di soffrire di mal di schiena, soprattutto con l’età che avanza. Spesso, soprattutto nei casi più gravi, è necessario effettuare degli esami che prevedano delle modalità abbastanza invasive per il paziente, che ora sembrano risolversi con un metodo totalmente innovativo e mai visto prima d’ora.
Si tratta nella fattispecie di un metodo molto innovativo, la spinometria, che permette di rilevare in 3D la colonna vertebrale del paziente in esame, senza esporlo necessariamente a dei raggi che possono essere dannosi per la sua salute: scopriamo insieme di cosa si tratta.
Ribadiamo prima di tutto che questo non è in nessun modo un metodo sostituto della normale metodica di diagnostica per immagini, attraverso metodi come per esempio la TAC, la risonanza magnetica, la radiografia e via dicendo. Questo metodo innovativo può essere peraltro utilizzato per tutte le fasce d’età, comprendendo bambini, adulti, donne in gravidanza, soggetti fragili o immunocompromessi e via dicendo.
Uno degli obiettivi che si prefigge questa nuova e innovativa metodica consiste nell’essere il meno invadente possibile nei confronti dell’organismo, riuscendo così a risolvere problematiche come il mal di schiena e affini.
Scendendo più nei dettagli di questo nuovo e innovativo metodo, l’analisi tridimensionale della colonna vertebrale inizia precisamente con il paziente in posizione eretta, che presenta le braccia posizionate lungo i fianchi, con una distanza indicativa pari a un metro dalla telecamera. Si tratta di un metodo sicuramente rapido, dal momento che impiega circa 5 secondi per essere effettuato, al contrario di tante altre indagini diagnostiche che necessitano sicuramente di tempi più dilatati. Chiaramente in questo caso è necessario che la schiena sia completamente nuda, così come anche il solco intergluteo.
Come funziona
Questa nuova metodica permette di acquisire sezioni trasversali, sagittali, e sull’asse frontale del paziente, riuscendo così ad avere una panoramica precisa e accurata del paziente in esame. È lo stesso dispositivo, infatti, ad individuare in maniera completamente autonoma i punti di reperte, così da risalire ai punti più salienti che sono interessati da questo tipo di problematiche.
Con l’ausilio di questi punti di repere, sarà quindi possibile integrare e unire anche eventuali esami RX, in modo da rendere ulteriormente più precisa la visita del paziente che soffre di mal di schiena. Uno dei centri in cui questa nuova scansione tridimensionale è in uso è il Centro Medico Specialistico di Medicina Integrata a Villa Guardia, in provincia di Como, ma siamo certi che diventeranno di più in futuro.
Non ci resta dunque che attendere evoluzioni future (e ancor più precise) di questa metodica, che siamo certi non tarderanno ad arrivare nel corso dei prossimi anni.