Siamo spesso abituati a rinvenimenti archeologici, che nel corso di queste ultime decine di anni si sono susseguiti in maniera pressoché costante, permettendoci di scoprire oggetti fino ad allora non studiati, e riuscendo in questo modo a risalire a informazioni davvero interessanti sui popoli antichi, come i romani e gli egiziani ad esempio.
Nel corso degli ultimi anni in particolare, molti ricercatori e scienziati in generale hanno tentato di comprendere cosa si svelasse esattamente dietro la cosiddetta mummia Enjuin, dall’aspetto davvero unico e particolare. Questa singolare mummia sarebbe stata rinvenuta all’interno di un tempio giapponese, e secondo alcune dicerie sarebbe stata venerata da parte di alcuni fedeli proprio a causa della sua natura divina.
Gli scienziati hanno così deciso di condurre dei test sulla mummia: cosa sappiamo attualmente? Scopriamolo insieme.
La mummia sarebbe stata inserita all’interno di una teca realizzata in vetro, e si troverebbe nella città di Asakuchi, in Giappone. La mummia stessa riportava con sé un biglietto, che potrebbe svelare informazioni davvero interessanti: nel biglietto ci sarebbe scritto infatti che si trattava verosimilmente di una sirena, catturata circa 400 anni fa (durante i primi anni del ‘700, per la precisione) in prossimità di Tosa. Migliaia e migliaia di fedeli l’avrebbero quindi venerata, arrivando praticamente a considerarla un oggetto di culto.
Tutte queste convinzioni sarebbero state però rovesciate dai recenti test effettuati da parte di alcuni scienziati dell’Università della Scienza e delle Arti di Kurashiki, secondo i quali sarebbe in realtà un semplice fantoccio, costituito semplicemente da materiali organici e animali.
L’analisi poi avrebbe svelato diverse informazioni importanti: la sirena sarebbe composta di carta e stoffa per la sua parte superiore, oltre a presentare un’imbottitura realizzata in cotone, coperta da una sostanza analoga al gesso.
Nella parte inferiore il materiale sarebbe completamente diverso, e composto nella fattispecie da pinne provenienti da diverse specie di pesci. Episodi simili sono già accaduti in passato: ricordiamo infatti la sirena delle Fiji, la cui scoperta risale ai primi dell’800, ad opera del circense P. T. Barnum: in questo caso la creatura corrispondeva alla metà di un pesce (per la sua parte inferiore) e la metà di una scimmia, per quanto riguarda la parte superiore.
Non ci resta a questo punto che attendere ulteriori aggiornamenti in merito a questa mummia, nella speranza di scoprire ulteriori dettagli interessanti circa le sue origini da parte degli studi di scienziati, che arriveranno sicuramente nel corso delle prossime settimane o mesi.
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