Come ormai ben sappiamo, le teorie degli scienziati in generale e più nello specifico degli astronomi si aggiornano costantemente, anche in base agli ultimi studi che arrivano a proposito dello spazio e della sua struttura specifica.
Uno dei misteri sicuramente più affascinanti e interressanti per quanto riguarda l’astronomia è senz’ombra di dubbio rappresentato dai buchi neri, queste entità (di cui sappiamo ancora poco e nulla, a dire il vero) di cui sentiamo tanto parlare da anni e anni.
Quella dei buchi neri è infatti un campo che è stato studiato da tantissimo tempo da parte degli scienziati di tutto il mondo, riuscendo a scovarne anche i più remoti dettagli, anche se vengono considerati delle entità ben separate rispetto al pianeta Terra. E se invece i buchi neri avessero una qualche correlazione con la Terra, potendosi creare anche in prossimità della sua superficie? Scopriamo insieme di cosa si tratta nello specifico.
Da quel che sappiamo, ad oggi non è stato possibile in alcun modo creare un buco nero in prossimità del pianeta Terra. Anche nell’estremo caso in cui questa eventualità potesse realizzarsi, potrebbe essere un problema abbastanza aggirabile.
Numerosi scienziati attualmente starebbero pensando alla possibile realizzazione di un buco nero all’interno di un laboratorio, in modo tale da approfondirne la sua struttura, e gettare così luce su tutte quelle domande che ci poniamo da anni, e che la meccanica quantistica stessa si pone da tempo immemore.
Le caratteristiche dei buchi neri
Per farci capire, un buco nero standard presenta un diametro pari a milioni di kilometri, al contrario di quelli di dimensioni minori, che presentano diametri che a stento raggiungono la decina di kilometri. Nel caso in cui venisse ricreato un buco nero in laboratorio, un buco nero potrebbe avere delle dimensioni veramente esigue, con un peso che si aggirerebbe indicativamente sul mezzo chilogrammo.
Una delle organizzazioni più autorevoli, che potrebbe effettivamente essere in grado di arrivare a questo risultato, è senz’ombra di dubbio il CERN (ovvero l’organizzazione europea per la ricerca nucleare) di Ginevra, pur tenendo conto di tutti i limiti attuali.
Ad oggi sappiamo veramente ben poco di tutto ciò, e queste rimangono delle pure e semplici supposizioni da parte di scienziati, che a conti fatti non sono state ancora realizzate nel concreto. Non ci resta dunque che attendere con impazienza ulteriori aggiornamenti in merito ai buchi neri, alla loro origine e al loro sviluppo, che arriveranno da parte degli astronomi nel corso dei prossimi anni a venire.