Complice la diffusione sempre più capillare di internet, abbiamo assistito ad un vero e proprio boom degli smartphone nel corso dell’ultima decina di anni.
Attualmente sul mercato sono disponibili i più disparati modelli (tra top di gamma, smartphone di fascia media e infine smartphone di fascia bassa) che ben rispondono alle esigenze e alle caratteristiche volute e richieste da ogni tipologia di utente possibile.
Una vera e propria svolta in tal senso è rappresentata in particolare dalla realizzazione delle applicazioni (o nella forma breve, app) che riescono a svolgere le più disparate funzioni all’interno della nostra vita quotidiana e ce la facilitano. Queste app nella fattispecie possono essere scaricate senza problemi dai rispettivi store mobile, ovvero Google Play Store da una parte (per gli smartphone Android) e App Store dall’altra per gli smartphone iOS.
State però attenti in questo caso a non compromettere la vostra privacy, che spesso e volentieri viene minacciata da alcune app che utilizzano informazioni importanti e fondamentali per controllarvi: scopriamo insieme tutti i dettagli di questo processo. Esistono infatti delle app che, una volta scaricate dai rispettivi store e installate, fanno uso di informazioni molto riservate dell’utente che le utilizza. In questo caso è quindi bene non scaricare queste applicazioni, o eventualmente usarle con molta cautela e attenzione.
Sono davvero diverse e variegate le informazioni di cui possono venire a conoscenza le app in questione, come ad esempio la cronologia delle chiamate, i nostri contatti personali, la fotocamera, i messaggi, o perfino la posizione, avvalendosi in questo caso del sistema di geolocalizzazione presente ormai all’interno di ogni smartphone.
Il punto della situazione
Sono proprio queste informazioni private che vengono utilizzate da queste app per migliorare il servizio e l’esperienza d”uso, ma sono una lama a doppio taglio per l’utente stesso: così facendo, infatti, gli sviluppatori delle app hanno libero accesso a informazioni sensibili e riservate come la nostra posizione, oltre ad avere la possibilità di monitorare costantemente la nostra attività nel web (come nel caso di alcuni motori di ricerca, per esempio), o addirittura avere la possibilità di accedere ai nostri messaggi privati.
Un esempio lampante sono tutte le applicazioni che fungono da navigatore (come nel caso di Google Maps, o Mappe) che richiedono l’accesso a informazioni riservate e sono in grado di tracciare la nostra posizione anche quando non lo vogliamo.
In generale il nostro consiglio, in questi casi, è di consentire la condivisione delle nostre informazioni solo ed esclusivamente quando l’app è in uso (ad esempio per navigare da un posto all’altro), in modo tale da evitare il più possibile la fuoriuscita di informazioni importanti e riservate.