I vulcani sottomarini sono delle fratture al di sotto delle acque marine dalle quali può fuoriuscire magma.
La spedizione intorno al mondo della nave britannica Challenger alla fine dell’Ottocento ha dimostrato l’esistenza di vulcani sottomarini. Ma ancor prima, nel 1649, una eruzione di un vulcano sottomarino del Mare Egeo, uccise 70 abitanti di Santorini, svelando drammaticamente l’esistenza di vulcani al di sotto delle acque.
Gli studi oceanografici sono stati incrementati enormemente nella seconda metà del XX secolo e i moderni sonar hanno permesso di migliorare enormemente l’accuratezza delle rappresentazioni del fondale oceanico. Nonostante l’aumento delle conoscenze avvenuto negli ultimi decenni, però, molti aspetti relativi al vulcanismo sottomarino sono ancora poco conosciuti.
Una piccola curiosità. L’isola di Surtsey è un laboratorio naturale che ha permesso di studiare la trasformazione di un vulcano sottomarino in isola. Infatti, questa era posta alla profondità di 130 m sotto il livello delle acque. In seguito a fenomeni vulcanici emerse il 14 novembre 1963 al largo della costa meridionale dell’Islanda.
Questi antichi vulcani sottomarini pullulano di vita marina. Scoperte si sono succedute negli anni scorsi. Ancora oggi si continua a scandagliare i fondali attorno a questi vulcani e le scoperte non mancano mai, anche quelle sensazionali.
Un gruppo di scienziati australiani ha mappato in dettaglio il fondale marino del Parco marino delle Isole Cocos (Keeling), in Australia. La spedizione negli abissi della CSIRO (The Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization), agenzia governativa australiana responsabile della ricerca scientifica, ha raccolto e documentato la vita marina intorno ai vulcani sottomarini.
Ha rivelato antiche montagne marine dalle cime piatte e massicce, affiancate da coni vulcanici. Inoltre, creste ripide e canyon formati da valanghe di sabbia che sono precipitate sul fondo abissale dell’oceano. La nave da ricerca RV Investigator ha esplorato la misteriosa vita sottomarina delle profondità dell’Oceano Indiano. Il viaggio è durato 35 giorni e la spedizione ha percorso circa 11.000 km. Questo ha permesso di riportare in superficie foto e video di pesci e altre creature davvero bizzarre. Una variegata vita sottomarina fino a 5 km di profondità.
Tim O’Hara, scienziato capo della spedizione, del Museum Victoria Research Institute ha dichiarato che la spedizione ha scoperto un numero incredibile di specie potenzialmente nuove. Inoltre, ha asserito di essere orgoglioso perché le loro mappe, i loro dati e le loro immagini saranno utilizzati da Parks Australia per gestire il nuovo parco marino in futuro.
Uno dei reperti più affascinanti è un’anguilla. La domanda che ognuno potrebbe porsi è: cosa ha di insolito un’anguilla? Probabilmente nulla se non fosse un’anguilla completamente cieca e con la pelle gelatinosa e trasparente. Gli occhi sono poco sviluppati visto che vive nel buio più totale e, fatto piuttosto insolito per questo tipo di pesci, le femmine partoriscono piccoli già vivi.
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