Il rincaro energia è alle porte, per non dire anzi che è già iniziato da qualche mese in realtà. A causa proprio dei conflitti che sono recentemente avvenuti in Ucraina, infatti, le bollette mensili dell’energia elettrica e del gas hanno subito un rialzo clamoroso, che ha portato milioni di persone in seria difficoltà.
Diversi sono stati gli emendamenti presi dal governo in merito, come ad esempio il Decreto Aiuti-Ter, volto ad aiutare numerose imprese ed enti pubblici, così come il bonus elettricità rivolto alle famiglie più numerose con determinati valori di ISEE.
Questo però, a volte, non è sufficiente: sempre più famiglie italiane infatti rischiano comunque di andare incontro alla soglia di povertà, nonostante tutti i possibili aiuti e agevolazioni fiscali che arrivano al governo. È sempre più difficile sostenere i costi delle bollette mensili dell’energia e del gas, soprattutto considerando che si è verificato un rialzo che, secondo le ultime stime, rappresenta il 50% delle bollette dell’anno scorso, in proporzione.
Nell’economia di casa, in particolare, il riscaldamento riveste senz’ombra di dubbio una grande fetta sul totale dei consumi energetici, soprattutto quando si tratta dei mesi autunnali e invernali, in cui il freddo chiaramente inizia a farsi sentire in maniera decisamente marcata. Nelle case di milioni di italiani sono installati i termosifoni, ma quali sono le alternative migliori a questi? Scopriamolo insieme.
Iniziamo con una premessa: tutte le biomasse, comprese la classica legna e il pelle, sono molto più convenienti da un tipo di vista economico rispetto al gas metano, GPL e qualsiasi altro combustibile non rinnovabile. Questo ha portato diverse migliaia di italiani ad optare per il riscaldamento a pellet, a differenza dei classici riscaldamenti composti da caldaie a metano o eventualmente stufe a gas, che hanno portato il riscaldamento fino ad oggi.
Utilizzo del pellet
Chiaramente come ogni altra fonte d’energia, il consumo del pellet dipende dalle ore di utilizzo effettive, oltre che da altri parametri importanti come ad esempio la qualità del pellet stesso e anche la grandezza della stufa all’interno della quale lo inseriamo. Uno dei requisiti importanti è infatti la qualità e la certificazione del pellet: nel caso in cui il pellet sia di pessima qualità, infatti, porta a residui di cenere che inquinano pesantemente l’aria, oltre a consumare sensibilmente di più rispetto a pellet di alta qualità. Per quanto riguarda il territorio italiano, la certificazione attualmente più riconosciuta per quel che riguarda il pellet è l’ENplus.
Riguardo i costi, un sacco di pellet (generalmente nella quantità di 15 kg, anche se può variare chiaramente in base al distributore) ha un prezzo a cavallo tra i 4.50 euro e i 6 euro. Ciò comporta un consumo all’anno pari che va dai 350 euro ai 1000 euro: questo si riflette in un risparmio considerevole rispetto all’utilizzo dell’energia elettrica o a gas. Risparmio ancor più considerevole nel caso in cui si vada a comprare il pellet fuori stagione, dal momento che si hanno spesso offerte prestagionali nei mesi compresi tra aprile a agosto, con prezzi sensibilmente migliori.
Un altro fattore importante che comporta un notevole risparmio energetico rispetto alla classica stufa, è il rapporto tra il costo del pellet e il calore che esso genera. Oltre a questo si aggiunge il fatto che il pellet è disponibile in abbondanza, e generalmente il suo prezzo è stabile nel tempo, a differenza dei costi del gas (e dell’energia elettrica), che come abbiamo visto nel corso di questi mesi sta aumentando sensibilmente, e non accenna a fermarsi.