Siamo soli nell’universo? Gli scienziati sono vicini a una risposta. Le ultime scoperte ci avvicinano a scoprire nuove forme di vita nello spazio.
Rispondere alla domanda “se siamo soli nel universo?” non è facile per gli scienziati. Diversi hanno provato a dare una risposta, ma pochi sono risusciti a mostrare il perché ancora non ci siamo imbattuti in altre forme di vita.
Tra le teorie più condivise tra gli astronomi c’è il “Paradosso di Fermi”. Questo paradosso si fonda un ragionamento puramente matematico, mostrando le probabilità di incontrare la vita su altri pianeti: Dato l’enorme numero di stelle nell’universo osservabile, è naturale pensare che la vita possa essersi sviluppata in un grande numero di pianeti e che moltissime civiltà extraterrestri evolute siano apparse durante la vita dell’universo.
La vastità dell’universo è uno dei primi ostacoli nel scoprire pianeti simili alla terra. Però ad oggi conosciamo circa 30 pianeti che soddisfano i criteri che secondo noi potrebbero renderli vivi. Ma quali sono questi criteri?
Dove trovare pianeti vivibili
Che caratteristiche deve possedere un pianeta per ospitare la vita? Nei loro studi gli astronomi si sono posti questa domanda per poter scovare la vita su altri pianeti. Gli scienziati osservando il nostro pianeta e cosa lo rende cosi speciale, hanno trovato i criteri che un pianeta deve avere per essere vivibile.
Uno dei primi criteri è lo stato dell’acqua sul pianeta. Se è solo ghiacciata non va bene, se è solo vapore neanche va bene. Ma se l’acqua può esistere in tutti e tre i suoi stadi (solido, liquido e gassoso, proprio come sulla Terra) allora la temperatura superficiale del pianeta è quella giusta.
Anche le dimensioni di un pianeta sono importanti. Se i pianeti fossero troppo grandi, finirebbero per essere più simili a Nettuno e non sarebbero abitabili. Se sono troppo piccoli, la loro gravità non sarebbe troppo forte per trattenere un atmosfera come quella terreste. Un pianeta con dimensioni simili alla terra ha grande potenzialità.
Non è detto che su pianeti con caratteristiche diverse non possa esistere la vita, che tra l’altro potrebbe avere una natura a noi sconosciuta. Certo è che se dobbiamo concentrare le nostre energie e le nostre risorse, allora è meglio puntare tutto su pianeti simili al nostro.
Un team di scienziati sta mettendo queste coordinate, insieme ad altre molto più complesse in un calcolo che potrebbe indicarci dove guardare. Gli scienziati sanno che la vita è esistita sulla Terra per circa 1-2 miliardi di anni prima che avesse un impatto apprezzabile sull’atmosfera. Dopo 2 miliardi di anni, l’ossigeno potrebbe essere rilevato. Pertanto, i ricercatori hanno utilizzato 2 miliardi di anni come periodo di tempo in cui un pianeta deve esistere all’interno della zona abitabile.
I 30 pianeti individualizzati in questi anni come potenzialmente abitabili, solo 9 sono stati scelti per essere studiati in dettaglio. Questi pianeti sono troppo lontani perché i nostri telescopi possano osservare le loro atmosfere, ma sono utili come casi di prova in studi come questi.
Come facciamo a sapere quanto bene il modello rappresenta la realtà? Per testare l’accuratezza del modello, gli scienziati hanno incluso nei loro calcoli anche i ben conosciuti pianeti Terra, Venere e Marte. Il calcolo ha indicato Terra e Marte come pianeti che hanno occupato la fascia di abitabilità per 2 miliardi di anni consecutivi. Ma come sappiamo solo su uno dei due c’è la vita.