La possibilità di vivere su Marte non è più così lontana. Grazie all’ultimo esperimento della Nasa, sarà possibile riprodurre l’ossigeno sul pianeta rosso.
Poiché l’atmosfera di Marte è composta quasi interamente da anidride carbonica, gli scienziati hanno cercato di trovare un modo per produrre ossigeno sul lontano pianeta per supportare le missioni umane, le quali potrebbe aver luogo nel 2030.
L’attuale missione su Marte della NASA, che ha fatto atterrare il rover Perseverance sul pianeta nel febbraio 2021, ha portato con sé il MOXIE (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment), una dimostrazione tecnologica guidata dal Massachusetts Institute of Technology volta a creare ossigeno su Marte.
Il MOXIE è riuscito nel suo intento ad aprile, diventando la prima macchina a produrre ossigeno su un altro pianeta.
Si è trattato di una grande conquista, ma la notizia di questa settimana evidenzia un progresso ancora maggiore: Il MOXIE è riuscito a realizzare vari esperimenti in diverse condizioni atmosferiche, anche di giorno e di notte, e in diverse stagioni marziane. Il team ha detto che deve ancora dimostrare l’efficacia della tecnologia durante l’alba e il tramonto, quando la temperatura cambia sostanzialmente, ma è fiducioso di poterlo fare.
In un rapporto pubblicato sul sito web del MIT si legge che durante ciascuna delle prove, il MOXIE è stato in grado di raggiungere l’obiettivo di produrre sei grammi di ossigeno all’ora, circa la velocità di un modesto albero sulla Terra.
Questo successo fa sperare agli scienziati che una versione più grande e più potente del MOXIE possa essere utilizzata per una missione umana su Marte, fornendo agli astronauti aria respirabile ed eliminando la necessità di trasportare l’ossigeno dalla Terra.
Il lavoro di MOXIE sta anche aiutando gli ingegneri a capire meglio come isolare e immagazzinare l’ossigeno su Marte, un processo fondamentale per lanciare i razzi dalla superficie del pianeta per riportare a casa gli astronauti.
“Abbiamo appreso una quantità enorme di informazioni che serviranno per i sistemi futuri su scala più ampia“, ha dichiarato Michael Hecht, ricercatore principale della missione, presso l’Osservatorio Haystack del MIT.
Il vice ricercatore principale del MOXIE, Jeffrey Hoffman, ha dichiarato: “Questa è la prima dimostrazione dell’effettivo utilizzo di risorse sulla superficie di un altro corpo planetario e della loro trasformazione chimica in qualcosa di utile per una missione umana. In questo senso è storica“.
Secondo il MIT, il MOXIE compie la sua magia aspirando prima l’aria marziana attraverso un filtro per rimuovere i contaminanti. L’aria viene poi pressurizzata e inviata attraverso uno strumento chiamato Solid OXide Electrolyzer (SOXE), che scinde elettrochimicamente l’aria ricca di biossido di carbonio in ioni di ossigeno e monossido di carbonio. Gli ioni di ossigeno vengono quindi isolati e ricombinati per formare ossigeno molecolare respirabile.
Ora che il MOXIE ha dimostrato di essere in grado di produrre ossigeno, gli scienziati intendono vedere come si comporta quando viene spinto al massimo per aumentare la produzione.
“Per supportare una missione umana su Marte, dobbiamo portare molte cose dalla Terra, come computer, tute spaziali e habitat“, ha detto Hoffman. “Ma il vecchio ossigeno? Se potete farcela, fatelo: siete molto avanti“.
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