Lasciare che i bambini giochino con giocattoli di plastica usati potrebbe costituire un rischio per la salute. Quando i ricercatori dell’Università di Göteborg hanno analizzato un gran numero di vecchi giocattoli e articoli di abbigliamento in plastica, l’84% degli articoli è risultato contenere tossine che possono disturbare la crescita e lo sviluppo delle capacità riproduttive dei bambini.
Queste tossine rappresentano un ostacolo per la Circular Economy, che prevede in futuro il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, spiegano i ricercatori.
L’attuale comportamento “usa e getta” è uno spreco di risorse e un’erosione delle risorse limitate della Terra. Nel 2021, il Parlamento europeo ha adottato il “Circular Economy Action Plan”. Esso incoraggia il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio di prodotti e materiali. Ma la questione è se tutti i prodotti sono buoni per essere riutilizzati.
I ricercatori dell’Università di Göteborg hanno recentemente pubblicato un articolo sul “Journal of Hazardous Materials Advances” che dimostra che i vecchi giocattoli e gli articoli di abbigliamento possono contenere sostanze chimiche tossiche che possono causare il cancro, danneggiare il DNA o alterare le future capacità riproduttive dei bambini.
Sostanze chimiche tossiche nei vecchi giocattoli
Tra le sostanze chimiche pericolose scoperte vi sono gli ftalati e le paraffine clorurate a catena corta utilizzate come plastificanti e ritardanti di fiamma nei giocattoli.
La professoressa Bethanie Carney Almroth dell’Università di Göteborg conduce le ricerche sull’impatto ambientale della plastica e delle sostanze chimiche ad essa correlate. Ha anche guidato lo studio di ricerca per la valutazione del rischio chimico futuro e le strategie di gestione (FRAM). Per lo studio, i ricercatori hanno selezionato 157 giocattoli diversi, nuovi e vecchi, e ne hanno misurato il contenuto chimico.
Lo studio ha dimostrato che la maggior parte dei giocattoli e degli oggetti più vecchi (84%) conteneva quantità di sostanze chimiche superiori agli attuali limiti di legge. Anche il 30% dei giocattoli e degli articoli più recenti superava i limiti di legge. Tuttavia, i giocattoli più vecchi erano di gran lunga peggiori.
“Le concentrazioni di sostanze tossiche erano significativamente più elevate negli articoli più vecchi. Per esempio, in molti vecchi palloni è stata riscontrata una concentrazione di ftalati superiore al 40% del peso del giocattolo, ovvero 400 volte superiore ai limiti di legge“, spiega Bethanie Carney Almroth.
Le tossine un ostacolo alla Circular Economy
La legislazione dell’UE sul contenuto chimico dei giocattoli, nota come Toy Safety Directive. Regola le quantità consentite di una serie di sostanze chimiche presenti nei giocattoli nel tentativo di proteggere la salute e la sicurezza dei bambini. Attualmente, il limite dei valori consentiti per i nuovi giocattoli ai sensi della Toy Safety Directive sono del 0,1% di peso per gli ftalati e lo 0,15% di peso per le paraffine clorurate a catena corta.
“Lo studio indica che il riutilizzo e il riciclaggio non sono sempre automaticamente una buona cosa. La transizione verso un’economia più circolare richiede divieti e altre misure politiche che eliminino le sostanze chimiche pericolose dalla plastica e da altri materiali. Sebbene la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli sia stata fondamentale per ridurre l’incidenza di sostanze chimiche pericolose nei giocattoli, è stata applicata solo ai giocattoli nuovi, non a quelli vecchi“, spiega Daniel Slunge, economista ambientale dell’Università di Göteborg.