Oggi non si parla d’altro, la tecnologia Blockchain sta coinvolgendo sempre più persone. Nonostante tutto c’è ancora confusione tra criptovalute, botcoin, piattaforme blockchain e smart contact.
Ma a cosa serve questa tecnologia? Una tecnologia che sfrutta le caratteristiche di una rete informatica e consente di gestire informazioni e dati in maniera aperta e condivisa. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Blockchain è una società di servizi finanziari di criptovaluta. Ha iniziato a lavorare con Bitcoin nel 2011 e successivamente ha creato un portafoglio di criptovalute, in quanto gestisce cambi di criptovalute e fornisce i mercati istituzionali il prestito di affari, dati e grafici.
Si tratta di una società privata ed è guidata da uno dei tre fondatori, Peter Smith. Tra il 2012 e il 2021 ha raccolto circa 190 milioni di dollari in finanziamenti di capitale di rischio. Dal 2013 al 2014 gli utenti sono diventati 100.000, chiaro segno che l’azienda ha ha avuto un buon riscontro.
Fornisce una piattaforma per utilizzare e gestire le risorse crittografiche ed esplorare le transazioni. Offre un portafoglio di criptovaluta per archiviare su un file digitale tutti i passaggi che si fanno in questo mondo finanziario. È un’innovazione che potrebbe appunto non far fare più affidamento su banche, nuotatori e istituzioni finanziarie.
La tecnologia Blockchain fanno parte della famiglia delle tecnologie di Distributed Ledger, cioè sistemi che si basano sul registro distributivo che può essere modificato da più nodi di una rete. Se ancora non è chiaro, bisogna procedere nella lettura.
Due tipi di Blockchain
In parole povere è una sottofamiglia di tecnologie dove tutti possono partecipare al processo di validazione delle transizioni. Tutto si basa su un sistema di algoritmi e regole crittografiche che permettono poi di introdurre delle modifiche sul registro. Sono due tipi di Blockchain: i b. permissioness sono quelli in cui chiunque può partecipare alle transazioni e chiunque può diventare un nodo di rete (le più famose sono Bitcoin ed Ethereum). Poi c’è il b. permissioned. Sono caratterizzate da un accesso alle reti riservato solo ad alcuni partecipanti autorizzati (tra questi abbiamo Corda e Hyperledger).
Molte aziende stanno sperimentando questo modo di fare nell’ambito finanziario. Questo non farebbe altro che aprire le porte a nuovi modelli di business. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger il mercato italiano si sta avvicinando pian piano a questo nuovo mondo.
I limiti del Blockchain
Uno dei principali difetti è il limitato numero di movimenti che può gestire, dalle 3 alle 30 transazioni al secondo. Visa, per esempio, può gestirne circa 60.000 nello stesso arco temporale. Inoltre, trattandosi di una tecnologia decentralizzata, i dati sensibili possono essere condivisi con più utenti e ciò potrebbe avere un margine di rischio.