A causa della guerra tra Ucraina e Russia, ci sono state tante conseguenze che hanno inciso sul mercato internazionale. I prezzi sono aumentati a dismisura e il discorso riguarda anche quello del pellet, ovvero il combustibile ricavato dal legno utilizzato spesso in alternativa al metano. Ecco cosa c’è da sapere.
Il pellet è ricavato dal legno vergine. È un biocombustibile igienizzato per lo più in industria. Sono piccoli cilindri prodotti da scarti della lavorazione del legno. Rientra nel settore delle biomasse, in quanto combustibile naturale ed è utilizzabile anche in altri settori come l’edilizia e la produzione di mobili.
Secondo un’indagine dell’istat i consumi energetici delle famiglie, e il 15% degli italiani utilizza le biomasse per alimentare l’impianto di riscaldamento. Come è accaduto per il gas, l’invasione russa ha avuto conseguenze molto pesanti nei paesi occidentali. In questo periodo è un grosso problema e probabilmente lo sarà anche nei prossimi mesi, con conseguenze significative per coloro che volevano fare a meno di utilizzare il gas e ricevere così bollette salate.
Il pellet è utilizzato come combustibile per stufe di ultima generazione per determinare meno impatto di riscaldamento sull’ambiente. Non occorre abbattere degli alberi interi, ma i pellet si ottengono da numerosi materiali di scarto come segatura e scarti di lavorazione di falegnameria.
L’Italia è il primo mercato europeo per il consumo di pellet di legno, con 3 milioni di tonnellate all’anno. Questo è quanto riportato dall’Associazione italiana energie agroforestali (AIEL). I pellet sono acquistati da Austria, Francia, Germania, Russia, Bielorussia e Ucraina.
Fino a febbraio i prezzi sono aumentati, ma non in maniera così esorbitante. Dopo l’invasione russa in Ucraina il mercato è cambiato. C’è stato un taglio del 10% delle importazioni di pellet nel nostro Paese. In altri sono stati introdotte delle misure protezionistiche per limitare le esportazioni. Come se non bastasse l’aumento del prezzo del gas ha aumentato la richiesta di fonti alternative come la biomassa e di conseguenza con la crescita della domanda c’è stato l’aumento dei prezzi. Ciò è avvenuto tra aprile e maggio, “È molto difficile prevedere cosa succederà nei prossimi mesi”, ecco cosa ha detto Annalisa Paniz, direttrice generale dell’AIEL.
In Italia la situazione non è per niente confortante, dal momento che non ha le risorse industriali per compensare la diminuzione del pellet. Come per il gas, il prezzo potrebbe aumentare ancora nei prossimi mesi. “Bisogna evitare di acquistare pellet all’inizio della stagione invernale, quando le condizioni del mercato sono più soggette a possibili sbalzi. Inoltre ha senso acquistare il quantitativo necessario per la prossima stagione, senza fare la scorta per i prossimi anni, perché in questo modo la domanda rimane sotto controllo…Molto dipenderà anche dall’andamento dei prezzi degli altri fonti energetiche, soprattutto dopo del metano”.
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